Il Ministro della salute, Beatrice Lorenzin, in data 26 luglio ha dichiarato all’ANSA: “Nella prossima legge di stabilità non è previsto nessun taglio lineare alla sanità ma solo un efficientamento del sistema, che produrrà risorse da destinare al miglioramento dei servizi, anche se una parte potrebbe essere usata per il taglio delle tasse“.

Inoltre, commentando le dichiarazioni giornalistiche rilasciate da Yoram Gutgeld (Commissario governativo per la revisione della spesa) il Ministro ha precisato: Gli interventi definiti dal Commissario sono tutti in base ai contenuti del Patto, dalla maggiore efficienza e produttività delle strutture e della medicina territoriale alla lotta alla medicina difensiva e alla trasparenza dei dati. Io ho sempre detto che in questo modo si possono ricavare più di dieci miliardi senza ricorrere a tagli lineari“.

Il Ministro si occupa dunque, tra l’altro, di “medicina difensiva”: si tratta (anche se è inutile ribadirlo in questa sede) delle condotte con cui i medici – al fine di premunirsi avverso contestazioni, possibili in sede giudiziaria, di avere omesso esami o cure rilevanti – incrementano cautelativamente le prescrizioni, con un aggravio di spesa pubblica.

Peraltro, occuparsi di ciò in termini di “lotta alla medicina difensiva” suggerisce una riflessione. Una approccio così marcato, magari prospettando di accollare ai medici le spese eccedenti rispetto a una minuziosa regolamentazione per decreto (come ulteriormente in previsione), sembra non agevolare la serenità della professione medica, che verrebbe a muoversi in un crinale sottile tra due rischi: in difetto, il risarcimento del danno al paziente; in eccesso, il risarcimento del danno erariale; ma questo sentiero, tanto virtuoso quanto sottile, non è facile da individuarsi a priori nei casi concreti.

Sicuramente, un approccio integrato potrebbe consistere nel contrastare non solo “il fenomeno difensivo” ma soprattutto le situazioni che, stando a monte, ne sono la causa. Potrebbe giovare, tra l’altro, una legislazione che, secondo ragionevolezza e con bilanciamento degli interessi in gioco, rivedesse le norme sulla responsabilità professionale: in Parlamento, i progetti di legge già non mancano.